Focus on... Callisto
Creato il Lun, 10/10/11 da CSP
Ultimo del gruppo mediceo, Callisto si pone oltre la fascia delle radiazioni emesse da Giove. Per dimensione è raffrontabile con Mercurio, collocandosi come terzo satellite più grande del Sistema Solare.

Fotografia a colori del satellite scattata da 1.2 milioni di km.
L'aspetto del satellite è testimone dell'intenso bombardamento che ha subíto. Le strutture da impatto, crateri delle dimensioni più varie, sono presenti in modo uniforme su tutta la superficie. Non sono presenti rilievi di una certa importanza e ciò si presume sia dovuto all'azione modellatrice del ghiaccio presente in superficie che, agendo su tempi scala geologici, cancella progressivamente ogni traccia di strutture più antiche. A dominare la scena vi sono due enormi crateri: il bacino Valhalla e il bacino Asgard, i cui diametri sono rispettivamente di 3000 e 1600 chilometri.

Mosaico di due immagini che mostra un'area all'interno del bacino Valhalla (Sonda Galileo, 4 Novembre 1996).
Merita poi attenzione la Gipul Catena, una struttura formata da crateri che però si sviluppa su una linea retta. Questa caratteristica così particolare potrebbe essere frutto della frammentazione di un corpo di passaggio (troppo ravvicinato) presso Giove: il gigante gassoso ci ha già dato spettacolo delle sue imponenti forze mareali frammentando la cometa Shoemaker-Levy 9 prima che essa precipitasse sulla sua superficie.
Il pianeta è geologicamente inattivo ma le analisi condotte indicano che è in possesso di un campo magnetico che è variabile in direzione a seconda delle diverse configurazioni orbitali del satellite rispetto al campo gioviano. Ciò ha condotto all'ipotesi che esista uno strato fluido molto conduttivo, nello specifico un oceano salato dello spessore di circa 10 chilometri al di sotto della crosta ghiacciata del corpo. A rafforzare questa ipotesi c'è l'osservazione della zona di emisfero opposta al bacino Valhalla: tale regione infatti non presenta alcuna frattura, che è invece una struttura tipica sul nostro satellite naturale o sul pianeta Mercurio. Ciò sembrerebbe suggerire la presenza di una grande massa liquida che abbia agito come cuscinetto, assorbendo le onde sismiche e impedendo che queste potessero rifocalizzarsi dalla parte opposta dell'impatto. Il nucleo interno si ritiene sia una composizione di roccia e ghiaccio compressi, con una percentuale di roccia maggiore negli strati più interni del pianeta.
Da segnalare la presenza di una tenue atmosfera composta principalmente da anidride carbonica, scoperta grazie allo spettrometro della sonda Galileo. I valori di pressione e densità ci portano a dedurre che un'atmosfera come quella di Callisto si disperderebbe in circa 4 giorni, quindi esiste qualche meccanismo in grado di rifornirla in continuazione: si pensa possa essere la sublimazione del ghiaccio di anidride carbonica in superficie. I sorvoli della Galileo hanno rivelato ancora che la luna è in possesso di una ionosfera. Le misure della densità elettronica hanno mostrato valori tanto alti da fare ritenere che l'atmosfera sia dominata dall'ossigeno molecolare (con una concentrazione 10-100 volte superiore rispetto a quella dell'anidride carbonica). Tuttavia quest'ultimo non è stato ancora rilevato direttamente.

Mappa dell'intera superficie di Callisto. La qualità delle immagini di partenza varia dai 20 km/pixel ai 150 m/pixel.
Image Credit: NASA/JPL/ASU
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